Leishmaniosi


Leishmaniosi canina


La leishmaniosi canina è una patologia provocata dalla Leishmania, termine quest’ultimo che definisce un gruppo di Protozoi geneticamente molto simili tra di loro. All’interno del genere Leishmania esistono infatti diverse specie.

Queste diverse specie di protozoi si differenziano soprattutto per la loro localizzazione geografica, per il tipo di soggetto da loro colpito (uomo, cane ecc.), per il tipo di patologia che possono provocare (leishmaniosi cutanea, leishmaniosi canina, leishmaniosi virale ecc.) e per la tipologia di invertebrato (solitamente appartenente al genere degli Insetti) che utilizzano come ospite e che viene “sfruttato” per colpire l’uomo, il cane o altri animali. 


La Leishmania è quindi, in parole povere, un microorganismo che parassita l’uomo e gli animali causando la leishmaniosi.
Abbiamo visto che la Leishmania sfrutta gli insetti come “passaggio” per arrivare a colonizzare gli uomini e gli animali; molto grossolanamente il ciclo biologico della Leishmania può essere riassunto nel modo seguente: soggiorna in un determinato insetto, vi si diffonde e poi, attraverso la puntura di tale insetto, colpisce gli uomini e gli animali.

In Europa l’insetto sfruttato dalla Leishmania è il pappataci (anche pappatacio o flebotomo,Phlebotomus spp.); in altre zone il vettore è una cimice ematofaga. Il pappataci è un insetto che si nutre di sangue e che può diffondere la Leishmania. A questo proposito è opportuno far presente che:


Come si cura

La terapia per la leishmaniosi più consolidata è quella basata sull’associazione di antimoniato di N-metilglucammina (50 mg/kg ogni 12 ore sottocute per 4-8 settimane) con allopurinolo (10 mg/kg ogni 12 ore per almeno 6 mesi). Un’altra terapia è quella a base di miltesofina. 
Attualmente la terapia a base di antimoniato è quella che viene ritenuta come più efficace. 
La maggioranza dei cani che si trovano negli stadi B e C ottengono la guarigione clinica se vengono trattati con l’antimoniato. La remissione della patologia richiede tempi non minimali (in genere si oltrepassa l’anno). Alcune persone considerano il cane clinicamente guarito quando tutti i sintomi sono scomparsi. Altri invece diconoche è guarito quando le proteine sieriche di sono stabilite per almeno un anno.

Per quanto riguarda i cani allo stadio D della malattia, viene generalmente osservato, dopo la terapia, un miglioramento clinico; la prognosi però dipende dal livello di gravità delle condizioni fisiche nel momento in cui viene effettuata la diagnosi. 
La prognosi non può essere sciolta nei cani in cui la malattia si trovi allo stadio E.

Prevenzione

Purtroppo non esistono dati assoluti sulla diffusione della leishmania; si sta diffondendo anzi un certo terrorismo zoofilo sul reale peso della patologia, probabilmente perché il business della prevenzione incomincia a essere notevole.

Le cosiddette mappe della leishmania si espandono a macchia d’olio e oggi praticamente nessuna zona d’Italia ne è immune. “Peccato” che in gran parte dell’Italia i casi di leishmaniosi siano veramente molto rari e non interessino che cani che dormono all’aperto di notte. Poiché la malattia non si trasmette da cane a cane, sarebbe quindi molto più sensato che si stilassero statistiche di contagio su cani tenuti nelle ore notturne in casa. Questa deve essere la prima regola di prevenzione.


In Italia esistono diversi repellenti che possono essere utilizzati per difendersi dai pappataci;

  • Scalibor protector band collare

  • Exspot fiale spot on

  • Advantix fiale spot on.

Dall’aprile del 2012, in Italia è in commercio un vaccino Cani leish


I pappataci


Detti anche pappataci, sono degli insetti simili alle zanzare,ma di dimensioni più piccole;sono attivi da maggio-giugno fino ad ottobre. Temono la luce del sole per cui svolgono la loro azione infestante nelle ore dell'imbrunire e notturne. Si nutrono di sangue e attraverso la loro puntura da cane a cane possono trasmettere un parassita la Leishmania Infantum responsabile della Leishmaniosi Viscerale Zoonotica

Dove vivono:
nel nostro paese vi sono zone ad alto rischio quali il nord Italia soprattutto nella Pianura Padana; studi recenti hanno dimostrato che anche nelle zone una volta ritenute indenni,l'infestazione è diffusa con tassi stimabili tra il 2 e il 5%.